PSICO-ANTROPOLOGIA DA PARRUCCHIERA


Questa sezione è dedicata ai post nati dall'osservazione... sì.

L'osservazione di situazioni quotidiane lette con una chiave pseudo scientifica , un pò psico-sociologica ma anche gossippara... sorrisi in pillole che invitano alla riflessione.

-Buona lettura!-


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VIAGGIO TRA MEZZI (NI)

 Non è sempre necessario spostarsi di città in città, di nazione in nazione di continente in continente.
Spesso basta cambiare mezzo … sì, di trasporto.
Piedi-Metro-Tram-Bus ancora piedi… come in un film.. cambio di mezzo, cambio di scena…

Ti avvi la mattina zigzagando tra manager in completo blu, impiegate starnazzanti che agitano le braccia come mulini a vento, mentre ti accorgi  che un auricolare nero pende dal colletto della giacca;
Barboni che chiedono un aiuto, cantanti improvvisati, netturbini, poliziotti.

Ciak- altra scena-
Metro.
Sconsigliata a chi soffre di claustrofobia.
E’ tutto uno spintonare a incastro.. c’è chi legge, chi chiacchera, chi si lamenta.. chi silenzioso tace e osserva.


Terzo step: -tram-
Il vero viaggio.
Ci si sposta un po’dal centro, attraversando longitudinalmente una fetta di città.
Mercato, zona residenziale, gruppi di filippini che si ritrovano a giocare a carte-non a caso-nei giardini di piazzale Manila; è giovedì ...giorno libero di colf e baby sitter.

Quarta situazione: -bus-
Se esistono degli orari, questi sono molto flessibili; ci si ferma ad ogni piè sospinto e via di clacson.. una voce dalla cabina di guida urla :
“un po’ di pazienza .. stà a fa la spesa 

c’ha cent’anni e ancora ha la patente… e s’inc…zza pure aho’”.

Lasci l’autista al suo monologo arrabbiato ed alla sua teoria sulla necessità di un Duce per ogni circoscrizione.


Prosegui il viaggio verso la tua destinazione, insinuandoti nei vicoli di una Roma che vive per strada, ad uso e consumo dei suoi abitanti ...con un film già in tasca e una nuova pagina da scrivere.
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E POI CI SALVA IL COLONNELLO...

Domenica pomeriggio in un caffè di provincia, all'ora di punta.

Un solo tavolino libero dei quattro totali di cui il locale dispone.

Ci sediamo ed ordiniamo. La media d'età gira intorno alla settantina, tutti rigorosamente habitué.
Ognuno chiacchera buttando l'occhio al tavolo del vicino per cercare una nota stonata, un appiglio per un commento. Al bar si va anche per questo... per sviluppare e potenziare il commento "oculare", quello che, per vicinanza non si può dire a voce, si trasmette con meravigliosi giochi di occhi.
Mentre un profumo di Punch aleggia e la signora a fianco si rammarica per l'acquisto poco felice di una sciarpa in flanella terribilmente marrone, entra lui, il Colonnello (degli Alpini in pensione).
il suo ingresso non passa inosservato, la sua presenza infatti, cattura tutti.
E' un uomo basso e molto ben strutturato con jeans ascellare e camicia a quadretti con maniche risvoltate.
Già.  E' questo. Fine novembre.. nove gradi di media e lui è in maniche di camicia.

Dopo aver salutato e scambiato quattro chiacchere con la proprietaria, saluta ed esce.

Una rapidissima carrellata tra i clienti...è stato come un "flash mob" tutti hanno accantonato i loro discorsi ed iniziato a commentare, ognuno dal proprio punto di vista, sul personaggio appena notato...

- ma...avrà qualcosa, non è possibile che non abbia freddo (taglio medico)

- io lo conosco da anni, una volta... in pieno inverno ...ecc ecc ecc (taglio narrativo- biografico)
- non gli serve la stufa, risparmierà sul riscaldamento (taglio da economia domestica)
- Eh beh sì, ma lui è il Colonnello...(taglio onorifico-referenziale)

Bello come allora, si inizi ad interagire, scambiandosi magari un sorriso, una battuta, fino a prestarsi anche lo zucchero (cose mai viste!!!!)

I tavolini, prima divisi da una serie di calotte stagne immaginarie, fanno parte ora di un disegno armonico. Leggero.

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