mercoledì 19 dicembre 2012

Alessio che spara ai peluches....


Cambiare non si può.
Questa è una delle massime più assurde e più ricorrenti che ci raccontiamo per nasconderci dietro la nostra blanda volontà ed il nostro scarso impegno.
Cambiare si può.... la storia di Alessio è una delle più incredibili se si pensa alla velocità con cui tutto questo è avvenuto.
Un racconto che Dante avrebbe potuto prendere a modello per la sua Commedia, favolosa espressione di ciò che è la legge del contrappasso (solo che qui succede tutto nella stessa vita)..
Ho scelto di lasciare la parola direttamente a lui, una sorta di flusso di coscienza… non abbiamo badato alla qualità dell’italiano o allo stile. Questa volta no.
Si legge come si parla perché il messaggio è importante e la testimonianza forte e diretta.
Questa volta la genuinità supera lo stile.

Buona lettura…

Mi chiamo Alessio e sono nato in un paese sulle alture di Sanremo trentasei anni fa. Sono nato da genitori di vecchia generazione dove la tradizione era molto radicata, legata all’agricoltura, all’allevamento e con una cieca fiducia verso medici e farmaci.
Nonostante tutto (ho altri tre fratelli e tre sorelle) ho sempre avuto ciò di cui necessitavo, tenendo ovviamente conto della famiglia numerosa. Mio padre mi ha insegnato come coltivare i campi ma ahimè anche come scuoiare un animale; avevamo infatti molti animali domestici tra cui galli, galline capre e molti conigli, per cui era normale occuparsi di loro tutti i giorni, svolgendo le attività classiche, dalla mungitura alla raccolta delle uova.
A fine settimana, la domenica, veniva macellato uno di questi animali, come segno di unità familiare. Mangiare uno di loro ci rendeva fieri perché si trattava di carne allevata da noi.
Ricordo la prima volta in cui vidi con i miei occhi un animale che sospirava per gli ultimi attimi; avevo circa 5 o 6 anni; da allora quest’immagine divenne per me d’abitudine…crescendo il compito passò a me e ai miei fratelli.
Era inutile affezionarsi a questi poveri esseri data la fine orrenda avrebbero dovuto fare.
Con il passare del tempo mio padre mi iniziò anche al mondo della caccia; andavo con lui a sparare e mi meraviglio di quanto fossi felice di ciò che facevo. A ventitré anni presi il porto d'armi uso caccia e m' iscrissi in una squadra di cinghialisti dove imparai quanto un uomo può arrivare a fare per  uccidere e far soffrire un essere vivente. Vidi per la prima volta la sofferenza vera e propria negli occhi sanguinanti e pieni di lacrime e dolore, di quegli animali; Ho ancora impressi nella mente i loro ultimi istanti di vita.
 Si faceva a gara a chi ne prendesse di più e si usavano tutti gli stratagemmi legali e illegali(non voglio scendere nei particolari perchè la ferita è ancora aperta).
Con gli anni mi accorsi che cibandomi di carne e pesce, la mia salute invece di rinforzarsi andava sempre più debilitandosi, avevo problemi di costipazione, raffreddori frequenti, stanchezza, svariate influenze durante l'anno e per finire herpes sulle labbra.
Non riuscivo a trovare la causa, per di più assumevo una gran quantità di farmaci per contrastare le patologie sopracitate. Un paio d’anni fa finalmente il risveglio… Non so cosa mi sia capitato quel giorno ma me lo ricordo bene..era il 28 dicembre quando mi telefonò mio fratello Maurizio e mi raccomandò di non prendere più medicinali di restare a digiuno e di curarmi con l'urinoterapia.
Subito sono rimasto basito ma mi sono fidato. In quei giorni ho conosciuto la persona a cui debbo il mio cambiamento non solo salutare ma anche etico, si chiama Paolo e tutt'ora lo ritengo un fratellone che mi protegge e mi consiglia su qualsiasi cosa, lui è vegetariano da 15 anni e vegano da 2 anni. Una persona meravigliosa dal cuore immenso; grazie al suo sostegno ho iniziato il mio percorso di cambiamento, diventando vegetariano prima e vegano poi. Non ho più riscontrato alcuna patologia.
Successivamente il mio carattere è cambiato sono diventato una persona sensibilissima al dolore di questi esseri viventi, ho affinato la mia cultura grazie a testimonianze e libri  sulla cura della propria salute; Sono crudista igienista da circa un anno, raramente mangio verdura o frutta cotta  e pratico regolarmente Amaroli (urinoterapia);
 un digiuno all'anno e bagni invernali al mare.
Sono contro tutti i tipi di farmaci e le violenze sugli esseri animali…

AMO IL MIO CORPO

AMO GLI ESSERI VIVENTI 

AMO LA VITA!!! 
                                               (panettone vegan senza latte, nè burro, nè uova..autoprodotto... )

sabato 8 dicembre 2012

pipì sponsorizzata!


Il bombardamento pubblicitario è materia nota, trita e ritrita.
Chi sa comunicare bene vince, sempre;
il Descartes degli anni 2000 direbbe infatti “communico, ergo sum”.
La pubblicità invade il nostro spazio vitale come un virus che, una volta contratto, non ci abbandona 
più. Lo spazio invaso, dicevo, è sia fisico che mentale ..ci possiamo render conto di ciò osservando le nostre buche delle lettere trasudanti volantini con le ultime offerte del discount più vicino …e i  banner che spuntano ovunque..palazzi storici in ristrutturazione tappezzati di signorinebelleforme a presentar mutande, fermate degli autobus ravvivate da cartelloni che ti propongono (si proprio a te) il funerale più cool di sempre.
 
Mi riservo per  una seconda puntata il pubblico elogio dei copywriter, alcuni sicuramente degni di premio Nobel.

Vorrei oggi condividere con la divertente scoperta di qualche giorno fa.
In attesa dell’ennesimo autobus in ritardo decido di prendere un caffè.
Passo in toilette e, sorpresa, mi trovo di fronte a due cartelli identici: uno sulla parete di fronte a me, l’altro dietro. Capirete il perché…
E’ il classico annuncio per la vendita di uno spazio pubblicitario.
La genialata sta però nella strategia di posizionamento dello stesso.


Segue una serie di punti estrapolata da ricerche di mercato. 
Pare infatti che nella toilette di un locale aperto al pubblico:

- l’utente resta in media da 1 a 3 minuti solo davanti alla vostra pubblicità
- l’utente è solo e non ha elementi di distrazione
- da ricerche portate avanti sull’argomento risulta che quello che si è visto resta in memoria più a lungo di ogni altro mezzo di comunicazione statico.

Tutto ciò indurrebbe al riso se non derivasse da una serissima tipologia di marketing, nata in USA negli anni ’90. Si chiama Toilet Marketing , tecnica pubblicitaria below the line  (a diretto contatto dell’utente); il suo fortunatissimo impiego ha subito in America una evoluzione con un taglio eco-friendly.
Non ho cifre che documentino la diffusione nel nostro paese e sinceramente non saprei fare stime di crescita…Come però non citare lo slogan…

“Già che sei qui, almeno leggi qualcosa !”
Delizioso.







domenica 2 dicembre 2012

documentatevi gente, documentatevi...

                                                                                                          SENSO UTILIZZATO: Vista

Le ricette classiche sono sempre le migliori.  
Ecco quindi gli ingredienti per un lavoro degno di uno chef stellato.

- 1 passione
- 3 amici (Marta Evangelisti, Vincenzo Greco, Fabrizio Dividi)
- capacità, idee, supporto tecnico
- voglia di sperimentare
- cuore oltre l'ostacolo q.b.

Risultato :  SALE PER LA CAPRA un documentario che ricorda l'incendio del Cinema Statuto, una delle pagine che hanno segnato maggiormente la capitale sabauda....

INTW a Marta Evangelisti......

- Quando, come e perchè avete pensato ad un documentario...


Tutto è iniziato con "Linda",  il corto con il quale abbiamo vinto, inaspettatamente, il Piemonte Movie nel 2010. Dopo averlo visto un amico di Fabrizio (Dividi) ci ha proposto di fare un video per la canzone che aveva scritto nel 1983 sull'incendio del cinema Statuto e noi, carichi per la vittoria del nostro corto, abbiam deciso di rischiare e fare un salto (si sperava) di qualità, sopratutto dopo aver scoperto che non esisteva alcun documentario sull'argomento.




-I tempi di realizzazione , fondi, location... intoppi...


Il documentario è completamente auto prodotto da Dinamovie, cioè noi 3, alla fin fine ennesima soddisfazione perchè con le nostre sole forze siam riusciti a creare quello che volevamo fin dall'inizio. Ovviamente non è stato facile poichè, anche se non aver un produttore alle spalle lascia libertà assoluta sul piano della creazione, al momento della distribuzione se ne sente la mancanza. Per quanto riguarda i tempi di realizzazione, direi sui 2 anni e 1/2, tra contattare, convincere ed intervistare i personaggi principali dell'epoca, la ricerca dei video e delle immagini di quel periodo, la creazione della colonna sonora insieme al musicista...il montaggio. E' stato un lavoro completamente realizzato a 6 mani, dall'inizio alla fine.
Il titolo del nasce dall'intervista fatta a Lorenzo Ventavoli. L'aneddoto ci ha subito conquistati e man mano che la realizzazione del documentario andava avanti ci convincevamo sempre di più che quello fosse il titolo perfetto. Ovviamente non svelo l'arcano...si scopre a metà del doc!





-Parliamo di riscontri... che dice la critica?

Bisogna dire che "Sale per la capra" ha riscontrato un discreto successo, ma soprattutto ha raccolto consensi. In primis quello delle famiglie delle vittime (noi abbiamo avuto l'onore di intervistare il presidente del comitato vittime Sergio Cabodi) che proiezione dopo proiezione abbiamo conosciuto e che hanno sempre apprezzato la serietà e la delicatezza con cui abbiamo affrontato la loro tragedia (cosa fondamentale per noi e motivo per il quale non abbiamo voluto intervistare sopravvissuti o parenti delle vittime). Il nostro documentario, non avendo (appunto) un distributore, ha trovato un suo spazio all'interno delle sale cinematografiche indipendenti di Torino ma non solo, infatti è stato proiettato anche in altre città italiane con un riscontro più che positivo. Con le solite difficoltà stiamo anche cercando di auto finanziarci la creazione e la distribuzione dei DVD del doc...si spera a breve!






-Domanda dalla risposta (forse) ovvia ...si può vivere oggi di cinema?? 


Il progetto Dinamovie è nato un pò come un "gioco", un gioco tra 3 amici appassionati di cinema che volevano creare qualcosa dal nulla. Non saprei quindi risponderti seriamente all'ultima domanda. Diciamo che noi siamo autori-registi un pò anomali...senza briglie e senza padrone che cercano di andare avanti con le proprie forze e la propria passione. In questi mesi stiamo partendo con il progetto di un nuovo documentario sempre sulla città di Torino, incrociamo le dita!

Per le curiosità : http://www.saleperlacapra.com/