giovedì 30 agosto 2012

U.O.M.O. istruzioni per l'uso


L’intento di questo blog è condividere passioni.. non avrei dunque potuto esimermi dal condividere le impressioni su un testo che mi sta apPASSIONando…

 LA SCUOLA DEGLI DEI  di Stefano d’Anna   
                                                                               (Efdien publishing)



…. Il titolo potrebbe indurre a qualche perplessità ..ma no.
Non tratta di filosofia greca.
Non tratta di storia.
E’  invece un viaggio alle origini, un percorso individuale a ritroso per la riconquista della propria integrità e per la realizzazione del proprio sogno.
Un libro, un manuale, il cui sottotitolo potrebbe essere : Uomo, istruzioni per l’uso..
Chiaro, diretto, tagliente non concede giustificazioni. Niente se… niente ma…
La responsabilità di tutto ciò che accade è nostra, sempre.


The world is such because you are such and not viveversa
(il mondo è la proiezione esterna della tua interiorità)

Un libro che sarebbe bene venisse regalato come auspicio per la nascita di ogni bambino, come parte del kit di ingresso al mondo.
Il taglio tagliente… ( il calambour è voluto) spingerebbe i più a  gettare la spugna dopo poche pagine; ci si accorge però che iniziando a mettere in pratica con leggerezza i “consigli” del Dreamer ( la guida che ci accompagna in questo viaggio), le cose cambiano ed il mondo ci appare diverso.

Questo libro è uno specchio. Provare non costa nulla e..come diceva il buon maestro Manzi.. “..non è mai troppo tardi!..”



                                          ( questa è la prova di una lettura ..attenta !)


Provate
Provate
Provate ed andate avanti…. Perseverare non è diabolico (ma solo questa volta!)



Visitate :

-www.scuoladeglidei.com
- www.uniese.it

giovedì 23 agosto 2012

ID survival kit (kit di sopravvivenza di un'interior designer)



                                                                                      di Federica Maccari

Come si presenta una interior designer ad un incontro di lavoro (oltre all'inseparabile pc)

Gli oggetti che NON possono mancare nella borsa (1) dell'interior designer:

(2 e 3)
- metro da muratore: perché le misure sono importanti, e anche un mezzo millimetro puo' fare la differenza! figuriamoci 60 cm...
(mi capita spesso di parlare in termini di centimetri e di trovare di fronte a me espressioni un po' dubbiose di chi si chiede a quanto corrispondano nella realtà...).



Io ne tengo due a portata di mano: uno da 5 m, che uso quando vado a fare i
sopralluoghi ed un altro da 3 m, più piccolo e leggero che porto sempre con me; quest’ultimo lo uso solitamente quando parlo con i clienti.

(4)- biglietti da visita sempre a portata di mano!
 non si sa mai chi si puo' incontrare mentre si sta facendo la spesa.. è bene poi conservare quelli dei clienti e degli altri uffici nello stesso posto, così da ritrovarli facilmente!



(5)
- un quadernetto spesso o dei fogli bianchi con supporto (io opto per un quadernetto
con anelli formato A5. Curiosità: in Thailandia non esistono i quaderni a quadretti!)
bisogna sempre essere pronti a prendere appunti, a fare qualche schizzo,
perché fare qualche disegno da mostrare ai clienti è il modo
migliore per capirsi.


  
(6) - flash drive: per condividere facilmente le informazioni con gli architetti, ed avere in mano
progetti e immagini di riferimento (per evitare di avere problemi con il peso degli allegati
delle mail e con il rischio, sempre dietro l'angolo di dimenticarsi di mandarla, la mail!)



(7) - biro (più di una, perché stanne certa, quando dovrai scrivere la penna che tieni in mano si romperà macchiandoti i pantaloni di inchiostro!)

(8)
- dolcetto al cioccolato! perché i clienti spesso sono liberi  il sabato e la domenica, o più
facilmente nell'ora di pranzo: quindi in caso di pausa pranzo posticipata per cause di forza maggiore… meglio avere qualche cosa da masticare in modo da non avere lo stomaco vuoto, evitando così spiacevoli inconvenienti quali uno stomaco brontolone proprio mentre si parla del concept del nostro nuovo lavoro!




- una macchina fotografica (nel mio caso, spesso uso il cellulare,
perché la dimentico spesso o meglio…dimentico di ricaricare le batterie!):

In caso si andasse a vedere il sito, meglio immortalare ogni angolo della stanza, per quando si dovranno realizzare delle viste 3d... la memoria gioca brutti scherzi, e non sempre c'è la possibilità di tornare in loco a rivedere com'è fatta la stanza su cui dobbiamo lavorare! 






oggetti tenuti nell'auto, pronti ad essere "tirati fuori" al momento opportuno:
(magari ordinati mediante degli scatoloni, ma ci sto lavorando)


- cataloghi di ogni genere (quando si incontrano i clienti, avere i cataloghi dei materiali da mostrare può essere un grandissimo aiuto)

- riviste di settore

- bozze di progetti vecchi


Insomma….difficilmente vedrete una designer andarsene in giro senza una pesante borsa
(la mia è piccolina, ma ci sta dentro il mondo!)

E questo è quanto!


Ora mi piacerebbe lanciare un'occhiata veloce nella borsa della nipotina di Zia Bruna (anche
se poter curiosare nella borsa di Zia Bruna sarebbe stato veramente interessante): cos'è che tieni nella tua borsa e che non puoi abbandonare a casa quando gironzoli per la città a caccia di idee?


venerdì 17 agosto 2012

una designer "trapiantata"


                                       Senso utilizzato : VISTA E TATTO  



Tranquilli…niente botanica né gardening, interior design!
Oggi il vagabondare di ZiaBruna è giunto fino ad Hat Yai, fiorente cittadina thailandese di oltre duecentomila anime.
Un’intervista improvvisata a Federica, interior designer partita da Villar Perosa e trasferitasi
dall’altra parte del mondo..


-Federica, cosa ti porta in Thailandia?       

Sono vari i motivi che mi hanno spinto in Thailandia: un po' la curiosità di conoscere meglio l'altra terra da cui provengo, nonostante sia una "mezzosangue mi sento sempre un po' più italiana che thailandese, un po' perché avevo voglia di cambiamento. La spinta finale me l’ha data la volontà di mettermi alla prova.


-La tua esperienza in breve…
   
Non avevo idea di quanti e quali studi di architettura ci fossero ad Hat Yai, la città dove abito ora,così ho fatto la cosa più banale che mi sia venuta in mente: ho cercato su internet. Ho trovato 4 studi, poi mia cugina si è offerta di accompagnarmi per fare qualche colloquio, per un supporto sia morale che linguistico; la comunicazione è stata un altro tasto dolente, ma grazie ad una serie di eventi combinati e fortunati sono stata subito assunta.
Per quanto riguarda il mio lavoro... beh, diciamo che il primo incarico soddisfacente ha riguardato la progettazione di tre stand per la  presentazione e la promozione del nostro studio in diverse fiere di settore della città, che si svolgono in clienti veri, purtroppo scarseggiavano... i clienti sapevano che quello era uno studio di architettura, ma pochi
sapevano che ci occupavamo anche di interni, visto che l'unica interior designer lì ero io.
Ho così maturato pian piano l’idea di mettermi in proprio…

 
 -Che tipo di lavoro svolgi, chi sono i tuoi clienti, quali i loro gusti? 

Sono un’ interior designer, tengo a sottolineare che non sono un architetto! (qui la differenza non è ancora così chiara)…
Mi occupo d’interni: eccomi dunque pronta a lavorare con qualsiasi cosa abbia quattro mura, un pavimento ed un tetto e debba essere ripensato o arredato. I miei clienti mi chiedono soprattutto di ideare mobili su misura, che si adattino perfettamente alle loro esigenze.
Adoro occuparmi di piccoli negozi, perché mi permettono di giocare con colori
e materiali ma anche le case private sono interessanti, anche se più complicate da affrontare: e’necessario capire i clienti e creare ambienti che non stufino dopo un paio di
settimane. Nonostante abbia spesso pensato che il mio sarebbe stato più un lavoro di
ristrutturazione e adattamento, mi sono dovuta ricredere: qui in Thailandia il mercato dell’edilizia è in grande espansione, così che condomini e complessi residenziali si sviluppano a ritmo costante.
Lavoro prevalentemente con persone sposate da poco che hanno appena comprato casa,
per cui sono direttamente gli uffici che vendono i complessi a contattarmi per suggerirmi
ai loro clienti, oppure famiglie con figli grandi che hanno un terreno su cui vorrebbero
costruire la loro nuova casa.
Per quanto riguarda i loro gusti, a parte una cliente che impazzisce per il vintage e lo stile koreano, le persone con cui ho avuto modo di lavorare amano il legno e i colori neutri,
mobili moderni e minimali.
Il mio lavoro si può dividere in due fasi: dopo una prima chiacchierata con i clienti realizzo una bozza in 3d con le mie proposte; dopo l’approvazione del progetto si passa alla scelta di materiali, colori e così via.
Sono "costretta" al pc per gran parte del tempo ma amo consultare riviste del settore
e girovagare nei negozi dove vendono piastrelle, mosaici, lampadari, e altre cose inerenti agli interni, per vedere le novità, chiedere i cataloghi, controllare i prezzi e le marche e soprattutto cercare ispirazione!
 la parte di Pr si realizza mediante la visita alle fiere di settore ed il reciproco scambio con gli altri studi.
Un mercato in forte espansione ove c’è grande spazio per progettare,progettare, progettare!!!!



…Ehm… Ri-sottolineerei alcuni elementi chiave…
Federica, ragazza 24enne, una laurea triennale in Interior Design presso lo IED di Torino in tasca,si trasferisce in Thailandia con una conoscenza della lingua ..traballante.. Diventa in un paio d’anni una free lance con all’attivo numerosi progetti realizzati..
COMPLIMENTI e CHAPEAU…


Per info visitate
www.myfedesign.jimdo.com

                                              
                                                                      Federica durante alcune fiere di settore             

 



domenica 12 agosto 2012

Grande iniziativa x piccola comunità = esempio encomiabile



  
                                              Senso Utilizzato :VISTA

Domenica d’agosto nuvolosa a Robilante, paesino arroccato nel cuneese, non esattamente facile da trovare, tanto che google maps prima ed i carabinieri locali poi, hanno difficoltà a localizzare
Appena arrivati in centro un anonimo cartello indica “monaci tibetani”.
Seguite le indicazioni ci si imbatte in una chiesina con una mostra fotografica, delle bandierine tibetane e tre monaci. Al fondo, davanti ad un palco con la foto del Dalai Lama, un Mandala in sabbia colorata, dedicato alla Tara verde (Dölma, la liberatrice).

E’ la chiusura di una quattro giorni dedicata alla causa tibetana; i tre monaci intervenuti fanno parte di un gruppo selezionato da sua Santità il Dalai Lama per portare la cultura e la causa tibetana nel mondo.
Un monaco si accerta sulle condizioni attuali di Lhasa da chi è appena tornato. Sì, perché la gran parte dei tibetani vive in esilio.
In quel paese ai piedi dell’Himalaya non è permesso esporre la bandiera di Stato, sul Potala (l’ormai ex palazzo del Dalai Lama) sventola la bandiera cinese ed avere una foto di sua Santità è reato.
Un paese militarizzato, chiuso agli occidentali da fine luglio.



ma…tornando a …a Robilante ..

Dopo una breve spiegazione del Mandala, che rappresenta la casa degli Dei, inizia il bellissimo rituale della distruzione.
A tutti viene poi consegnato un sacchettino con un po’ di sabbia come augurio di abbondanza e protezione.
Finito il rito una piccola processione accompagna i monaci al vicino ruscello, per disperdere la sabbia del Mandala nell’acqua,affinché la benedizione raggiunga la natura intera.
Molti i visi incuriositi come quello della signora che si è vista arrivare tre monaci davanti casa ad eseguire uno strano ed insolito (agli occhi dei più) rituale religioso.

Eccellente esempio di apertura e condivisione da parte di una piccola comunità.



                                                                                                              
                                                                             la distruzione del mandala

                                                    ...dispersione nelle acque..





per scoprire qualcosa in più….

-http://it.wikipedia.org/wiki/Mandala


- www.giosilvani.ch/html_it/21_tara_verde.html

 

-www.italiatibet.org › Tutto sul Tibet